“Maturità, ti avessi preso prima”. Rimbombano nelle mie orecchie e nelle orecchie di milioni di studenti queste parole che, mai come in queste settimane, rispecchiano i pensieri di noi maturandi. È un susseguirsi di pensieri, di paranoie e di ansie. Ma soprattutto di speranze che non si spengono mai.

Il nostro sarà un diploma alternativo, un diploma storico e sicuramente un diploma ricevuto con orgoglio ed entusiasmo. Ma credetemi, credeteci, mai avremmo voluto riceverlo in questo modo. Voi che venite dopo, voi che ancora non avete cominciato la ripida salita che vi porterà alla cima del quinto anno, voi che state finendo il biennio, voi che siete agli sgoccioli del quarto anno e che provate ad immaginare la vostra vita tra 12 mesi. Fateci una promessa: prometteteci di godervi le notti insonni di maggio, le interrogazioni per raggiungere il 6 in pagella, gli ultimi intervalli in cortile sotto il sole che già scalda. Godetevi il momento in cui chiameranno il vostro nome per sostenere l’ultima grande prova di questi 5 (o più) anni indimenticabili. Godetevi i 100 giorni e lo spumante dopo l’ultimo suono della campanella. Godetevi gli abbracci dei professori in lacrime, godetevi la vera e unica “notte prima degli esami”. Tutto questo non tornerà più. A voi che manca qualche anno a questo fatidico momento, vivete intensamente ogni istante, che sia bello o brutto, così da voltarvi indietro con il sorriso e sapere che avete fatto di tutto pur di rendere quegli anni i più belli della vostra vita.

Margherita Simonati

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