Caro Quinto Anno, purtroppo ti immaginavo veramente diverso; ma tu hai deciso di arrivare, vorrei poter dire di soppiatto, ma non è così, tu sei arrivato sbattendo la porta e senza neanche preannunciarti. Come se tu, in fondo, lo sapevi che le esperienze banali, alla porta di tutti e che seguono la massa non mi sono mai piaciute. E allora hai avuto inizio in una mattina di settembre che sapeva quasi di un nuovo debutto; dopo sei mesi destreggiati fra questa nuova creatura mitica, amata ma allo stesso tempo odiata da tutti i ragazzi, chiamata DAD ed uno sprazzo d’estate che sembrava quasi aver cancellato del tutto i brutti momenti dei mesi precedenti. E così si era ritornati sui banchi, ma mai del tutto ad una normalità, d’altronde come potrebbe essere definita normalità se la mascherina diventa un obbligo e i compagni di banco si trasformano in un’utopia? Ma tra distanziamento sociale e compiti consegnati esclusivamente online perché, ormai si sa, i fogli passati di mano in mano potrebbero essere fonte di contagio; eri riuscito ad arrivare a metà ottobre portando un po’ di serenità. E poi è stato proprio lì che, mio caro Quinto Anno, mi hai stupito con effetti speciali…lo spettro di un nuovo lockdown si avvicinava lentamente ma inesorabilmente e il tanto temuto Corona Virus non era più una realtà lontana, ma si è trasformato in qualcosa che ormai era parte integrante delle mie giornate e di quelle di alcuni miei compagni di classe…un calvario infinito che si districava fra lezioni online e tamponi su tamponi che risultavano sempre positivi, come fosse una beffa del destino. Tra interrogazioni e simulazioni di maturità on line, sei arrivato finalmente a dicembre portando con te le vacanze di Natale tanto attese, se non per dedicarci alle super feste in compagnia di parenti ed amici, quantomeno per poter staccare un po’ la spina dalle interminabili ore passate davanti al computer. E poi gennaio con il ritorno a scuola annunciato per il giorno sette e poi la zona rossa, un’altra volta; che chiaramente aveva un solo significato mio fenomenale Quinto Anno: ovvero, si continua con la didattica a distanza. Ma tutto è cambiato due settimane dopo, quando muniti di mascherina e con il morale un po’ a terra siamo tornati a scuola, la motivazione non era molta e le premesse non erano delle migliori; quasi tre mesi passati davanti ad un computer di certo non stimolano le ambizioni ed i progetti futuri di tutti noi ragazzi. Al momento posso dire che, caro Quinto Anno, sei un po’ come quegli studenti che certo sono bravi, ma non si applicano; anche perché chissà cosa ci riserverai per i prossimi mesi, se ci concederai il lusso di scherzare nei nostri corridoi e passeggiare in giardino in una mattinata di primavera oppure se ci costringerai ancora una volta a seguire le lezioni da uno schermo che purtroppo ci tiene estremamente scollegati dalla realtà. Per non pensare poi al colossale punto di domanda che si staglia sul mese di giugno, il tuo ultimo mese mio sorprendente Quinto Anno, chissà che tipo di maturità ci riserverai. Sarà una replica dell’anno scorso? O quest’anno le prove scritte la faranno da padrone? E cosa ne sarà degli Invalsi? Per il momento tutti gli indizi sembrano portare al “Maxi-orale”, ma noi la sfera magica non la possediamo ancora…e tu Quinto Anno? Per quanto tempo ancora hai intenzione di tenerci con il fiato sospeso?

Vittoria Pippa

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