Mercoledì 16 febbraio 2022, Milano, Stadio San Siro, Inter Vs Liverpool, ottavi di Champions League

Prima di iniziare una doverosa premessa: di stadio ce n’è uno solo e questo è San Siro, ovvero il Giuseppe Meazza di Milano.

Occasione per raccontarsi questa esperienza è l’omaggio offerto ai giovani di oggi dal Comune di Milano, 16 biglietti per studenti ed insegnanti per attività di aggregazione, in questo caso per andare a vedere una partita di calcio. Ritengo che questa offerta sia una trovata molto ingegnosa ed innovativa: trovarsi fuori dalle 4 mura della scuola a condividere una passione grande come lo sport è sicuramente  emozionante e stimolante. Ora veniamo però ai riti pre partita. Già a casa la vestizione ( sciarpa, maglietta, cappellino della propria squadra) segue dei movimenti scaramantici e precisi. Altro punto importante è scegliere accuratamente i propri compagni di avventura: essere accompagnati dai propri compagni di scuola e professori risultata una buona scelta, sicuramente è un modo per conoscersi meglio e vivere questa esperienza in comunità; è tutto così strano ma sicuramente unico. Qui le differenze di età,  classe e sesso tendono ad azzerarsi: Siamo solo un gruppo di giovani allo stadio con una passione che ci scorre nelle vene: il calcio!

Una volta vestiti, è l’ora di recarsi allo stadio. Ci sono vari mezzi per raggiungere S. Siro : auto, moto, piedi, ma il modo più genuino per immergersi nel pre partita è prendere un mezzo pubblico (metro, tram o bus). Qui, accalcati fra la folla ansiosa e speranzosa, si condivide ad alta voce con i tuoi vicini le impressioni sulla  partita e sulla squadra, il punteggio sperato. Un tocco umano che poi verrà a mancare durante la partita, visto lo spazio fisico e mentale che ci divide dai giocatori in campo. Una volta giunti nel piazzale antistante lo stadio, dopo aver assaporato una gustosa salamella,  bisogna sottoporsi al rito dei controlli, resi ancora piú lunghi e minuziosi vista l’emergenza covid. Tra green pass, tornelli, controlli ai documenti e alla borsa o al giaccone, il tempo passa e l’ansia pre partita sale!! I nostri biglietti erano in un’area privilegiata dello stadio, al primo anello blu, dietro una delle porte. Per accedervi bisogna percorrere poche scale e così, dopo poco, appare il verde campo di gioco, gli spalti, i tifosi. E’ un tuffo al cuore, uno spalancarsi di nuovi spazi (di gloria , si spera), la luce dei fari che abbaglia, i fumogeni dei tifosi, le bandiere, i cori!!  Più che odori,  la sensazione più forte sono i rumori che ti avvolgono. Lo stadio infatti può dirsi tutto tranne che silenzioso. Da pochi anni il pre partita è accompagnato da un sottofondo di musica da discoteca, prima dell’annuncio delle formazioni (scandite dal microfono che recita il nome, ed il pubblico che urla il cognome del giocatore). I tifosi poi cantano a squarciagola l’inno della squadra, canzoni da curva, sfottò agli avversari, e inneggiano ai propri beniamini.

Luci stroboscopiche anticipano poi l’ingresso dei giocatori in campo (sia per il riscaldamento pre partita che per l’entrata ufficiale prima del fischio di inizio. Quindi le squadre si presentano al pubblico, vien suonato l’inno ufficiale  del campionato di serie A o della Champions League, i capitani delle squadre si giocano a sorte la scelta di campo  o calcio di inizio e si scambiano i gagliardetti delle proprie squadre, stringendosi le mani (più avanti, durante la partita, saranno sicuramente meno gentili ed amichevoli con gli avversari). Quindi su il sipario, luci a S. Siro!!! e che vinca il migliore. Durante la partita il nostro gruppo si è scatenato: abbiamo cantato cori, urlato, incitato i giocatori come se fossero nostri amici al campetto; abbiamo temuto tanto per la nostra squadra e ci siamo sempre spaventati quando un avversario si avvicinava alla nostra porta.

Si è creato proprio un legame e una certa connessione tra noi e i giocatori: li abbiamo incoraggiati a dare del loro meglio, richiamati per gli sciocchi errori commessi ed esultato per le piccole azioni gloriose. Il risultato non è stato dei migliori perché purtroppo i grandi sentimenti raccontati finora sono stati contaminati dalla secca sconfitta (peraltro immeritata) per 2 a 0!!! Questo però non ha annullato le forti emozioni che abbiamo tutti provato in questa magnifica partita e per questo rivolgo un grande ringraziamento al professor Scarduelli e al Comune di Milano: grazie per aver reso il Meazza un luogo di aggregazione, di condivisione e di annullamento di qualsiasi barriera: sociale, economica e culturale.

Best Wordpress Popup Plugin