Gli studenti e le studentesse di 2^lingue si sono appassionati/e ai classici latini e leggere Virgilio non è bastato!

Grazie a Marilù Oliva e Andrea Marcolongo hanno esplorato il mito e analizzato i personaggi con lo sguardo dei contemporanei.

Qui di seguito le loro riflessioni sul tema. Buona lettura.

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L’Eneide di Didone
“Mi sostituirò a Enea. È l’unico modo per non mandare tutto in rovina. Diremo che mi sono uccisa per il dolore, spacceremo per mio il corpo di Enea e io prenderò il suo posto. Indosserò le sue armi, il suo mantello, con il suo elmo non mi riconosceranno. Tagliami i capelli corti come li aveva lui!”. Didone si sostituisce a Enea dopo averlo accidentalmente ucciso, così viene narrato, diventando quindi Dinea, che idea! Didone? Enea? Dinea! Travestimenti, scambi di persona, equivoci e compromessi. Anche l’epica diventa commedia con Marilù Oliva. Battezzata Dinea dovrà affrontare difficili sfide che metteranno a dura prova il suo travestimento. “Tu non sei Enea!” Siamo sicuri? Al giorno d’oggi cosa può davvero far distinguere un prode guerriero da una regina africana? Si è dovuta inventare una bugia pazzesca perché già tutti avevano capito il tranello. Complimenti Dinea! “Indosserò le sue armi, il suo mantello ed il suo elmo, nessuno saprà riconoscermi.” Questa l’ho già sentita da un certo Patroclo, non mi pare gli fosse poi andata benissimo! Una dolce principessa che indossa un’armatura per rendersi irriconoscibile è come Superman che indossando gli occhiali diventa Clark Kent! Sua sorella un po’superficialmente non si cura dei problemi che avrebbe potuto causare il cambio d’identità, pensa solo ai lunghi e biondi capelli che Didone ha dovuto tagliare per somigliare a Enea. Brava Anna, che pensieri profondi! Se Didone diventa Enea, se prende il suo posto, se parte e guida lei i troiani verso le sponde del Lazio… Beh, dov’è finito Enea!?
Greta G.
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La lezione di Enea
“La lezione di Enea” di Andrea Marcolongo mi ha permesso di analizzare l’Eneide da un’altra prospettiva, superando la noia e il pregiudizio che la mia generazione nutre verso i classici. Nel testo, infatti, l’autrice ripercorre i passaggi più importanti del poema, arricchendolo con riflessioni e note strettamente personali. Ciò permette al lettore di scoprire nel racconto mitico nuovi e affascinanti particolari. Le parole di Andrea Marcolongo non rendono Enea un mostro quando abbandona Didone, né la Regina una persona che dal dolore dimentica i principi dell’essere umano. La scrittrice giustifica ogni azione dei personaggi analizzando la loro psiche e i loro sentimenti, scopriamo quindi che Enea e Didone sono “umani”! Questa è la frase che mi ha colpito di più: “in una vita, gli avvenimenti capaci di scavare un solco netto tra un prima e un dopo sono meno di una manciata.
Anna M.
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