L’Istituto Marcelline Tommaseo presenta Istituto Comprensivo e scuole superiori: Liceo Linguistico, Scientifico, Classico e Tecnico Economico per il Turismo

#pensiamocisu: "Il Cedro di Piazza Tommaseo"

“C’era una volta un albero che amava un bambino.
Ogni giorno il bambino arrivava e raccoglieva le sue foglie che intrecciava in corone per giocare al re della foresta.” (Shel Silverstein, l’Albero)

 

Non posso fare a meno di cominciare con le parole di questo autore statunitense questo breve testo dedicato al grande cedro che dominava la piazza Tommaseo, proprio nell’aiuola centrale… Gli eravamo tutti molto affezionati, compagno di avventure dei bambini di tante generazioni (almeno ottanta se ogni anno rappresenta una generazione…) che hanno trasformato i suoi rami in altalena, in ponte di navi immaginarie, in rifugio sicuro…

Custode di lacrime per compiti in classe falliti, baci rubati e di tanti piccoli e grandi segreti adolescenziali… riparo e soffitto per chi la notte “accomodato” sulla panchina che per lungo tempo è stata ai suoi piedi ha dormito sotto le stelle, complice una fontana poco lontana che prima della trasformazione della piazza, dissetava e fungeva da lavandino…

Già. Aveva superato persino lo shock dei garage sotterranei il nostro grande cedro! Difeso dagli abitanti del quartiere, imbrigliato in un gigantesco vaso di cemento, prima estratto e poi rimesso al suo posto… chissà, forse proprio quel cemento gli ha impedito di continuare a estendere le sue radici e trovare stabilità e vita!

E’ caduto durante la notte, nell’agosto deserto di Milano. Senza fare del male a nessuno, (neppure ai cagnolini che scorrazzano a tutte le ore) e, ci dicono, senza troppo rumore. Come un vecchio signore ormai sazio di anni. 

Già. Sembra tutto finito per  il  nostro Cedro “il simbolo, l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza”   – come scrive Jean Giono in quel piccolo capolavoro che è “L’uomo che piantava gli alberi”-!

Ma io voglio andare più in là. In un brano biblico, il profeta Ezechiele ci dice così:

«Dice il Signore Dio: lo prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello e lo pianterò sopra un monte alto, massiccio; lo pianterò sopra un monte alto d'Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all'ombra dei suoi rami riposerà. Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso; faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco, lo, il Signore, ho parlato e lo farò» (Ez 17,22-24).

Ecco allora che il nostro cedro, complice Dio suo - e nostro - Creatore, ci lascia il suo ultimo  insegnamento: Tutto è custodito: anche il dolore più grande, anche la fatica più impervia porta in sé i semi della speranza e della giustizia perché agli occhi di Dio nulla è vissuto invano.

Sr. Monica